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Accademie Regionali Nascenti
Accademia dei Filaleti di Pescara
dedicata a Elemire Zolla
Presidente Giovanni Sciarrillo
Direttore Didattico Luca Dragani
V. Direttore Didattico Fabio di Fonso
Segretario Claudio Spinosa
Zolla e la Natura Il filosofo ed esoterista Elémire Zolla ha indagato le meraviglie della natura, con un approccio da alchimista, per quanto non abbia mai messo mano a fuochi ne crogioli, al punto che Paolo Lucarelli lo insignì del titolo di 'Alchimista del Verbo'. Autore di molti libri di grande interesse esoterico oltre che storico ed etnografico, Egli ha infatti scritto un testo, fondamentale per chi voglia incamminarsi sui sentieri impervi della conoscenza, dal titolo 'Le Meraviglie della Natura' (sottotitolo: introduzione all'Alchimia) in cui esorta ed insegna a vedere le cose del mondo materiale come riflesso mondo spirituale. Secondo l'approccio dell'Autore, ogni volta che siamo dinanzi a qualcosa, dobbiamo considerare le cause passate che l'hanno generata, le produzioni presenti in cui si manifesta, gli effetti futuri in cui si svilupperà. Chi riesce a vedere tutto questo è un vero specialista. Zolla, attraverso tale opera, ci aiuta a riacquisire la sensibilità verso gli elementi della natura. Egli ci ricorda che l'Assoluto include il relativo. Per far ciò, scandisce i ritmi della Natura su base numerologica, dall'Uno al Dodici. Muove i passi dal due, con il maschile e il femminile: l'uno sta all'altra in modo alternante, come i due serpenti del Caduceo che si intrecciano con le loro spire che sono ora a destra (il maschile) ora a sinistra (il femminile). Questa dualità, insita nella nostra Manifestazione, è nozione centrale in Alchimia nelle sue due Nature. Tutto l'universo (questo nostro universo) appare duale. Vi è la luce e la tenebra; ma cos'è la tenebra se non assenza di luce? La Trinità alchemica, indicante i tre principi delle cose, meglio, di ogni ente in questa manifestazione, è costituita da Zolfo, Mercurio e Sale. Tutto si scandisce per tre, secondo la sua modalità numerica, il peso della sua specificità e la misura del suo fine (Zolla presenta questo insegnamento come appartenente ad Alberto Magno). Per estensione, tre saranno gli attributi del Divino: verità, bellezza e bontà. Per intenderli, il filosofo invita a contemplare il sole, che esiste in verità come una sfera, spande la sua bella luce e irraggia il suo buon calore. Il filosofo penetra anche il significato dei simboli sacri, considerando il mito della nascita del Cristo, secondo cui i Magi d'Oriente donarono alla famiglia del fanciullo oro, incenso e mirra. Tali doni, secondo i Padri della Chiesa, simboleggiano la regalità (oro), il sacerdozio (incenso) e la medicina (mirra). Il filosofo aggiunge una profonda interpretazione esoterica: l'intimo dell'uomo è rosso zolfo o oro puro, le correnti psichiche sono l'incenso, quindi il mercurio, e infine il corpo (sale) è la mirra. Con questa lettura, i tre doni diventano simbolo dei tre piani dell'essere umano: fisico, psichico, animico. Gli archetipi supremi si fanno così tangibili: il Cristo è il piano fisico, la carne e il sangue della matrice-Vergine, lo Spirito Santo è il piano psichico, il Padre è l'essenza, l'anima, cosicché oro, incenso e mirra sono offerti dal tempo all'eterno, rendendo per similitudinem la Messa una rinnovata adorazione dei maghi. Potremmo inoltre considerare i quattro elementi alchemici in relazione alla natura: il regno minerale è la terra, il vegetale è l'acqua, l'animale è l'aria, il Divino è il fuoco. L'elemento fuoco è il più elevato sia perché è il meno denso secondo la classificazione di Aristotele, sia perché si collega al sole, simbolo del Divino. È peraltro l'elemento potenzialmente più distruttivo, quello più associato alla forza. A proposito del numero quattro, che con giustezza Zolla antepone al ternario nel capitolo 'Il quaternario e l'imponderabile', estrapoliamo questo: "Il cosmo e l'uomo sono mossi dalla stessa unica forza, si chiami amore o anima o mente del mondo. Essa combina senza tregua i quattro elementi: acqua, aria, terra e fuoco". Non dimentica, inoltre, le qualità in grado di garantire legami e passaggi: secco, umido, freddo e caldo. Il filosofo ricorda che, secondo un insegnamento indù, il corpo dell'uomo è retto da un'aria sottile (l'anima) che vi circola imprimendo i suoi impulsi ai nervi. Quest'aria/anima, a sua volta, è mossa dal calore, quindi dall'elemento fuoco, che diviene prima causa, proprio come il Divino è considerato il Primo Mobile, una causa incausata.? La forza del calore non è violenta, ma è pur sempre veemente. La qualità delle sostanze, inoltre, si deduce non solo dall'ordine gerarchico del cosmo, bensì l'Alchimia riesce a penetrare l'interna compagine d'un corpo, per sorprendervi i segni immediati delle sue forze dominanti, formanti, riparatrici e mantenitrici. Come scrive il filosofo, occorre afferrare il momento dello stato nascente, l'essenziale gemmare, cestire, occhieggiare del corpo vegetale, minerale o metallico sotto l'impulso del suo spirito. Il filosofo collega i quattro elementi ai pianeti del nostro sistema solare, pertanto a Mercurio spetta l'acqua, a Marte il fuoco, a Giove l'aria, a Saturno la terra. A questi quattro elementi si aggiungono le tre fasi lunari, collegate agli altri tre pianeti mancanti (i pianeti in esoterismo sono sette): il plenilunio si collega al Sole (che in astrologia è visto come un pianeta), la luna crescente è collegata alla Luna e il novilunio a Venere. Questo è il ricalco delle orbite planetarie presente nell'antico Egitto, circa 2000 anni a. C. Su questa base, la visione di Zolla è la seguente: tutto il visibile discende dagli archetipi, che sono di preferenza sette, i pianeti visibili. Per penetrare dunque il mondo metallico, il numero elettivo è il sette. La guida spirituale di Zolla è il dio Ermete, Hermes, da lui definito il dio delle strade e delle terre incolte… Guida dei sogni e dei morti, è un retore, e talvolta coincide con lo spirito custode. Da queste parole possiamo immaginare come il filosofo si sia sentito in qualche modo custodito dalla potenza di Ermete e dalle forze mercuriali, che egli vedeva nella natura delle scorze, delle pelli e delle piume, dei sebi, dell'origano, del trifoglio, della palma, del nocciolo e del noce, nonché dei seguenti animali: merlo, cardellino, pavoncella migratrice, picchio, scimmia, volpe. L'autore ha esaltato anche l'insegnamento base dell'alchimia, secondo cui tutta l'alchimia sta in tre cose: nell'anima, nel corpo, nello spirito. Dal sale armoniaco si estrae il Sole che è l'anima; dal sale alcalino la Luna che è vegetale; dal sale comune il Mercurio che è minerale. I filosofi dissero dunque il vero, che tutta l'alchimia consta di un'unica cosa. Zolla vede tutto l'universo espresso in tre principi cosmici fondamentali: 1. Primo principio: il mondo di tenebra dove Dio Padre è detto geloso e fuoco consumante; 2. Secondo principio: il mondo di luce onde Dio è visto come Sole e Padre di misericordia; 3. Terzo principio: il mondo dei quattro elementi, dove sono mescolati luce e tenebra, bene e male. Secondo questa visione, l'oro filosofale è visto come la vibrazione più potente, più trasmutatoria. Esso è infatti sinonimo di Zolfo Filosofico, che determina la forma delle cose
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