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Accademie Regionali Nascenti
Accademia dei Filaleti
Sede di Roma dedicata alla Dea "ISIDI PANTHEAE"
Presidente Professor Pietro Mander
Direttore Didattico Dott. Franco Polito
Segretario Dott.sa Stefania Berardinelli
«Iside è il gran potere generativo femminile, i germi vitali dell'intero universo»
(Platone, secondo Plutarco, De Iside et Osiride 53)
L'Accademia dei Filaleti di Roma nasce con il nome “Isidi Pantheae”. Due parole su questa scelta. Scrive Plutarco (46/48 - 125/127 d. C.), De Iside et Osiride 9: «… [La loro filosofia (= dei sacerdoti egizi)] è quasi del tutto mascherata da miti e ragionamenti che lasciano intravedere soltanto un'oscura apparenza della realtà: ed è senz'altro per indicare questa caratteristica della loro filosofia che davanti ai templi i sacerdoti collocano le sfingi, a significare che la loro teologia è intessuta di sapienza enigmatica. A Sais la statua di Atena [interpretatio greca della dea egizia Neith di Sais], che essi identificano con Iside, reca incisa questa epigrafe: «IO SONO TUTTO CIÒ CHE È STATO, CHE È E SARÀ, E NESSUN MORTALE MAI SOLLEVÒ IL MIO PEPLO» Più di tre secoli dopo, Proclo (412 - 485 d. C.), nei Commentarii al Timeo di Platone, Libro I 98 5-20, dopo aver considerato i presunti rapporti di discendenza tra gli Egizi di Sais egli Ateniesi in relazione alla guerra da questi ultimi sostenuta contro gli Atlantidei, illustra come la dea Atena, proceda dall'Iper-uranio, il Cielo al di là del Cielo, giù nei Cieli (stellari prima e planetari poi) che determinano il fato delle realtà terrene. In virtù di tale processo, Atena – fatalmente, si deve dire, in senso proprio – acquisisce naturalmente i luoghi, come le città di Atene e di Sais, che già sono di sua pertinenza dall'origine. Infatti la dea non ne riceve la signoria quale divinità patrona, in quanto le sono assegnati per eventi contingenti o casuali, ma li domina perché essi, nella sostanza e nella forma, sono già dentro di lei, e quindi ella prende ciò che è già suo dal principio, “nel” suo principio. Il suo controllo delle realtà, fino alle più estreme, è espresso dai Greci mediante il mito della sua nascita dalla testa di Zeus, mentre gli Egiziani, per esprimere il medesimo principio, hanno inciso sulla statua di lei [nella forma di Neith] nel santuario di Sais: «IO SONO IL PRESENTE, IL FUTURO E IL PASSATO. NESSUN MORTALE MAI SOLLEVÒ IL MANTELLO CHE MI RICOPRE. IL FRUTTO DA ME MESSO AL MONDO LO HA GENERATO IL SOLE» La frase riferita da Proclo è lievemente divergente da quella di Plutarco poiché esprime l'intero processo della creazione, tanto nelle sue fasi invisibili, quanto in quelle visibili, poste alla luce del sole. Dedichiamo, pertanto la nostra attività ad Iside Panthea, l'Iside universale!
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